Infinite cose da fare e così poco tempo.

L’altro giorno mi sono lamentato così, ad alta voce, di tutte le cose che devo fare e che sembrano non avere fine. Anna mi ha sentito e incenerito all’istante: per forza accumuli, ti distrai!”

È vero, mi distraggo. Ma distrarsi è una cosa proprio così brutta?

Secondo la nostra cultura, che tende a polarizzare, si. La distrazione è male e la concentrazione è bene, la concentrazione produce la distrazione no.

Distrarsi e procrastinare, due attitudini percepite come negative che non consentono di essere produttivi e di ridurre il cumulo delle infinite cose da fare.

Provo a lanciarmi un salvagente.

Distrarre deriva dal latino distrahĕre, dis allontanare, separare e trahĕre tirare, attirare. Quindi spingere in direzioni diverse o meglio volgere qualcosa (la propria attenzione) in altro uso.
Mi distraggo quindi perché in quel momento vengo attratto da altro cui intenzionalmente rivolgo la mia attenzione. La concentrazione quindi non scompare ma viene semplicemente rivolta altrove per poi da li, magari, distrarsi ulteriormente per concentrarsi di nuovo su ciò da cui ci si era distratti.

La distrazione in realtà non è quindi altro che lo spostamento della concentrazione da un’attività all’altra all’interno di un processo creativo, non è procrastinazione.

Perciò, dato che la mia distrazione è tutto sommato cosa buona, posso assolvermi; ora devo solo convincere Anna.


Date
September 30, 2024